Feltrinelli, 2023, pp. 320
Edito negli Stati Uniti con il titolo Silent Spring nel 1962, è un testo che ha denunciato non solo le contaminazioni che l’attività umana ha inferto al sistema delle acque, dell’aria e della terra stessa, ma anche lo stato di ipnosi nel quale è caduta l’umanità: tale stato fa accettare come inevitabile ciò che è deteriore e nefasto e che potrebbe invece, e dovrebbe, essere rifiutato.
Rachel Carson afferma che per ovviare a questo stato di sonnambulismo è necessaria, anzi obbligatoria, la conoscenza di come si producano e funzionino tali inquinamenti e quindi si adopera per portare alla luce i dati di impiego e le procedure di produzione e diffusione degli elisir di morte.
Per secoli la natura ha favorito lo sviluppo di specie adatte alle condizioni del pianeta; ma ora, per l’interesse finanziario di gruppi sempre più ristretti e sempre più potenti, tale equilibrio è stato stravolto. La bellezza della quotidiana percezione del mondo è stata insultata e il godimento della natura impedito, favorendo l’estinzione di specie vegetali e animali.
I dati raccolti dall’Autrice ci permettono di comprendere come negli anni ’60 fosse stata già tracciata una linea fra ciò che era lecito e ciò che era criminoso eppure tutto è stato tollerato. Ma in nome di che cosa? A volte di falsi miti, a volte in nome di stili di vita che sono stati pubblicizzati come desiderabili. Molto spesso i migliori ricercatori sono stati assoldati dalle industrie chimiche e farmaceutiche mettendo al loro servizio le migliori intelligenze.
La Carson prospetta la scelta decisiva davanti la quale ci si trovava già più di 60 anni fa: una strada facile, di poco impegno, che porta allo schianto o, invece, una strada accidentata e difficoltosa che può consentire di conservare l’integrità della terra e di noi stessi.